domenica 27 dicembre 2015

Essential Stevie Wonder



Molti artisti, in particolar modo gli interpreti della soul music, sono apparentemente sconosciuti e/o dimenticati dal grande pubblico, che ha consapevolezza a stento dell'esistenza di alcuni, non riuscendo a fornire comunque un breve elenco dei brani più rappresentativi.

Ritengo che questa premessa riesca a fotografare l'attuale dimensione musicale di Stevie Wonder, musicista magari conosciuto ai più, ma la cui opera resta in parte dimenticata, sminuendo l'esatta portata del valore innovativo della sua musica.


Molti suoi brani li abbiamo ascoltati, senza saperlo, in spot ed in numerose colonne sonore, tra cui spicca l'enorme successo di I Just Called To Say I Love You, tratto dalla Signora in Rosso, divertente commedia anni 80.
Ci sono artisti la cui presenza è talmente persistente nella nostra vita, nei nostri ricordi, da sminuirne in qualche modo la grandezza.

Indubbiamente Stevie Wonder, per alcuni aspetti compositivi, ha dato un con­tri­bu­to molto importante alla musica contemporanea, riuscendo a contaminare ed arricchire il Pop, mi­sce­lan­do Soul, Funky, Jazz e R&B



Piccola premessa, la nascita del musicista Stevie Wonder è stata preceduta dall'affermazione di Little Stevie, periodo musicale nel quale era già possibile intravedere le potenzialità del Grande Stevie, po­li-stru­men­ti­sta dal ta­len­to na­tu­ra­le, che cavalcherà 40 anni di musica.

Nella playlist proposta abbiamo cercato di riassumere la carriera e le varie fasi dell'artista, omettendo sicuramente brani significativi, con la consapevolezza che l'unico modo per conoscerlo veramente è assistere ad un suo concerto.

Negli ultimi anni, due live mi hanno particolarmente colpito - e ve li consiglio - Live At Last, tenutosi a Londra nel 2008, e Rock In Rio IV del 2011.
Buon ascolt e buona visione... 
#siamoinonda !!


sabato 12 dicembre 2015

I giganti gentili della musica rock

Creare una Playlist sui generi Prog-Rock e Rock Psichedelico non è cosa semplice. Ad escludere un brano dalla compilation o scegliere un gruppo al posto di un altro, sembra di fare peccato, un torto ad una band che ha segnato la storia della musica (poco) leggera.
Di certo mi accorgerò fra qualche settimana, o mi farete notare facendomi sentire incompetente nel campo della musica, che avrei potuto mettere questo brano o quello, piuttosto che citare un gruppo in questo articolo.
Questa premessa è fondamentale, perché la difficoltà nel selezionare i brani è stata davvero elevata e ha necessitato di un riascolto, molto piacevoli, di dischi fondamentali nella storia della musica rock.
La Playlist si potrebbe aprire con i Beach Boys, che, per quanto distanti dal fenomeno Prog e Psichedelico, sono stati i primi a sfruttare lo studio di registrazione come luogo in cui sperimentare nuove sonorità ed aprirsi all'utilizzo di strumenti differenti da quelli tradizionalmente utilizzati. La loro esperienza è stata poi raccolta dai Bealtes e, come ogni attento ascoltatore di musica sa, da quello è nato il nuovo sound dei Fab Four e che portò alla realizzazione di "Sgt Pepper's Lonely Heart Club Band". La citazione Beatles è fondamentale, visto che su Spotify non esiste un profile della band di Liverpool e per questo nessun brano, compresa "Lucy In The Sky With Diamond"  verrà mai introdotto in questa Playlist.
Questo è il Big Bang di un fenomeno che raccoglie proseliti sia in Europa che negli Stati Uniti, portando molti musicisti ad uscire dal loro guscio e presentarsi al pubblico mostrando il loro talento.
Di fatto i due fenomeni, Prog e Psichedelico, sarebbero 2 cose distinte. Con il primo, il Pro-Rock, cosa quasi esclusiva dell'Europa, e lo Psichedelico diviso a metà fra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti.Teoricamente una via di separazione potrebbe essere inquadrata sull'uso e abuso di sostanze ad azione psicotropa da parte dei musicisti. Allora, se il brano, o l'intero album, scaturisce da visioni magnifiche che si materializzano a seguito dell'assunzione di derivati dell'acido lisergico, quella è musica Psichedelica, altrimenti è Prog. Nella realtà sappiamo benissimo che il consumo di certe sostanze da parte degli artisti degli anni 60 - 70 era talmente diffuso, che forse tutta la produzione musicale del tempo è stata creata in qualche laboratorio di sintesi non proprio lecito. La mia posizione è quella di non far caso al fatto che si tratti di Prog, Psichedelico o cose del genere e non lasciare che un sostantivo rinchiuda in un carcere ideale una fantastica produzione musicale alla cui base c'era un forte senso di libertà. D'altronde alcuni gruppi si esprimono con un linguaggio psichedelico in una loro prima fase e poi procedono verso il Prog, abbracciando un altro fenomeno tipico di quegli anni, quello dei concept album. È quello fanno i Pink Floyd, che fino a quando il fantasma di Syd Barret aleggia sulle teste degli altri componenti, suonano Psichedelico e che ad un certo punto realizzano "Dark Side of The Moon", forse più Prog che Psichedelico. C'è poi la questione di quei gruppi Psichedelici che si separano e originano dei gruppi Prog. Questo è il caso degli Yes, che si originano dalla scissione di 3 gruppi psichedelici.
Anche la copertina del disco è un'opera d'arte e deve essere adeguata  al contenuto del disco. Qui un particolare dell'album dei  Genesis "Selling England By The Pound" curato da Betty Swanwick.
Insomma che sia Progressivo o Psichedelico, questo periodo musicale è ricordato dagli appassionati come il più prolifico per la musica, ma soprattutto è stato il momento in cui la qualità della musica proposta e la quantità dei dischi venduta coincideva, cosa che non succederà mai più nel mondo artistico-musicale in cui l'importanza del ricavato supera di molto l'importanza dei contenuti.



Altro profilo mancante su Spotify è quello di King Crimson,
 in questo video una esibizione live del gruppo, col brano che
 apre il disco "In The Court Of The Crimson King"



Dopo tante parole, in fondo a tutto, a voi la Playlist. Buon ascolto!

mercoledì 2 dicembre 2015

Guest Selection - Part II

Con questo siamo già al secondo capitolo "Guest Selection", ancora l'amica Martina che ci ha preso gusto e per il blog è un piacere ri-pubblicarle una recensione.
Ecco un altro album che amo.
Black Sands-Bonobo.
Nonostante non sia una fautrice dell'elettronica, questo album è riuscito a trasmettermi ottime emozioni, tanto da annoverarlo tra i miei album preferiti in assoluto.
Album decisamente vario, non monotono, adatto a diversi momenti della giornata...
Contiene pezzi "notturni" (come Black Sands), collaborazioni importanti (Andreya Triana, artista dalla voce stupenda ed estremamente sensuale), pezzi che sono adatti alla corsa poichè il ritmo è trascinante e spesso molto coinvolgente, quindi perfetto per questo scopo (tra le altre spicca "We Could Forever").
Insomma..
Un album a mio avviso molto interessante.
Buon Ascolto!

Album 2015

1) The War On Drugs - Lost In The Dream
post 11/10/2015 


3) The Last Hurrah!! - Mudflowers 
post 17/10/2015


5) Adem - Seconds are acorns
post 26/10/2015

6) The Alan Parsons Project - I Robot
post 27/10/2015

7) Jamie Woon - Making Time
post 5/11/2015

8) Thievery Corporation - Culture of Fear 
post 18/11/2015

9) Dark Side of The Moon
post 27/11/2015

10) Titus Andronicus - The Most Lamentable Tragedy 
post 30/11/2015


post 2/12/2015



lunedì 30 novembre 2015

Album della Settimana - Titus Andronicus

Voi che siete dei veri intenditori di musica conoscete da anni il gruppo statunitense guidato da Patrick Stickles, sapete già che non fanno musica ellenica e che il loro nome proviene dal titolo dell'omonima tragedia di Shakespeare.

A differenza vostra, io ho scoperto solo in questi giorni il loro quarto ed ultimo album, caratterizzato da un ottimo Punk d'annata, stile Clash che fu.



Cosa che accomuna i miei AlbumDellaSettimana, è l'ascolto a rotazione continua, come avveniva in un epoca lontana lontana, quando ancora non esisteva quel ritrovato tecnologico che Voi chiamate Spotify ed ogni album era un piccolo tesoro.



Una rock opera in cinque atti per novantatré minuti di durata, The Most Lamentable Tragedy è un concept album composto da ventinove tracce, caratterizzate da una narrazione unitaria, tesa a raccontare il rapporto di un eroe senza nome alle prese con le proprie nevrosi.

Alla base dell'opera c'è un comune denominatore punk-rock, che viene rimodulato e/o arricchito da ulteriori elementi nell'evolversi della narrazione e nello dispiegarsi dei brani, con scelte musicali di alto livello ed una cura particolare dedicata all'ordine di riproduzione.

Lo so a leggere le ultime righe sembra un mattone recensito da un presuntuoso, ma vi garantisco che l'ascolto vi farà dimenticare le banalità che ogni tanto vi propino.
Buon Punk a tutti!


domenica 29 novembre 2015

Jazz Singers




Una playlist serale senza tante parole, da ascoltare e riascoltare. Si tratta semplicemente di brani dal gusto lounge, adatti ad un pubblico che gradisce un buon aperitivo la Domenica sera, per chiudere una settimana di lavoro ed iniziarne una nuova con il ritmo giusto.
A voi la playlist:


venerdì 27 novembre 2015

CineClub - The Dark Side Of The Moon


State tranquilli...non ho la presunzione di recensire Dark Side Of The Moon, molto (forse tutto) è stato già scritto.
Mi limito a confessare la mia venerazione per questo album e per ciò che rappresenta: un'epoca in cui la musica sperimentava ed il mercato la premiava per questo.
Prima che si spengano le luci ed inizi la proiezione, vi anticipo che il documentario proposto, ritrasmesso qualche settimana fa su SkyArte, svela alcuni interessanti retroscena sulla realizzazione dell'abum; impagabile il contributo di Alan Parsons (impagabile o introvabile anche la sua camicia stile rivoluzione francese!) al mixer che spiega le tecniche, allora avveniristiche, di registrazione.
Stavolta invece di buon ascolto, vi auguro buona visione.

mercoledì 25 novembre 2015

L'ultimo Walzer

Il 25 Novembre di 39 anni fa terminava la carriera di una grande band Rock Folk, anzi terminava la carriera "della Banda".
Nessun suicidio, niente droghe, niente scandali o litigi. Semplicemente era terminato un viaggio durato diversi anni.
Un viaggio iniziato nel 1967, passato attraverso un granaio dipinto interamente di rosa, che darà il nome al disco più famoso di The Band, "Music from Big Pink", che termina nel 1976, semplicemente perché i componenti del gruppo decidono di dedicarsi ad altro.
A filmare l'evento un giovane Martin Scorsese che spesso ha manifestato interesse per la musica e che nel 1978 lancerà nelle sale cinematografiche un documentario di discreto successo dal nome "The Last Waltz", l'Ultimo Walzer. L'ultima opera di una band che ha fatto la storia della musica folk americano-canadese. Una formazione che è andata ben oltre la semplice esecuzione di brani capaci di raccontare la strada percorsa da gente normale. Un manifesto alla libertà e ai sentimenti dell'uomo.
Quel 25 Novembre si celebra la fine di un capitolo della storia della musica rock, si celebra l'inizio della fine del grande folk americano, già in declino da qualche anno. In questo senso, allora, "the Last Waltz", diventa un documentario che intende celebrare il grande  folk americano, districandosi fra Bob Dylan, Neil Young, Joni MItchell e Dr John, senza dimenticare il blues di Muddy Waters e le incursioni gradite di Eric Clapton e le citazioni letterarie di Ferlinghetti. Un grande documentario per una grande storia Rock.
La playlist di oggi, prendendo spunto dalla data, vuole celebrare e ricordare quell'evento e fare in modo che lo stile di vita di quel periodo e i sogni che accompagnavano le canzoni "della strada" non muoiano, non vengano dimenticate e che il grande spirito del folk possa ispirare nuovi musicisti.
Buon ascolto..

sabato 21 novembre 2015

Soul Music - Motown vs Stax




Qui il link su Spotify

Qualcuno di voi ricorderà che a metà anni '90, dovendo far fronte all'improvvisa crisi nelle vendite, i principali periodici - sia quotidiani sia settimanali - adottarono una politica comune: abbinare al periodico un altro prodotto che ne accrescesse l'interesse nel pubblico.

Tale scelta, se ora ha dato vita a fenomeni discutibili (le edicole oramai sono più fornite di un qualsiasi negozio, a breve il quotidiano X regalerà una bici con cambio Shimano, quelle rimaste invendute alla MondialCasa), all'inizio gli allegati si limitavano a collane sul cinema e sulla musica.

Tra tutte, ebbero un ruolo fondamentale nella formazione della mia curiosità musicale due collezioni curate dal quotidiano La Repubblica: "L'America del Rock" e la successiva "Soul Music".
In fin dei conti James Alhambra nasceva in quel momento...
Adesso, dopo aver avviato la playlist, potete - se volete - leggere qui di seguito qualcosa sulla Musica Soul, un genere che influenzerà e darà vita a molti altri generi.

La "musica dell'anima", sbocciata negli anni '60, affonda le sue radici nel gospel, nel Blues, nel Jazz e nelle altre forme musicali con le quali la comunità nera negli Stati Uniti esprimeva le proprie emozioni, le proprie idee ed, in quegli anni, anche i propri tormenti.
Difatti, se da un lato i Sixties sono gli anni dei Beach Boys, del surf, e della spensieratezza, dall'altra una nuova onda sta per travolgere non solo la musica, ma l'intera società, americana e non solo.
I pionieri del genere, Ray Charles fra tutti, riuscirono a trasformare le sonorità legate alle comunità religiose, adattandole alle esigenze dei brani melodici. Sin dal principio, germogliarono molte varianti all'interno della musica soul.
Gli artisti si dividevano fra la Motown e la Stax, due etichette, profondamente diverse nelle scelte editoriali - più pop la prima, più impegnata la casa discografica di Memphis.
Il grande pubblico conoscerà Wilson Pickett, Sam Cooke (il Bob Dylan nero), Otis Redding, Diana Ross e le Supremes (prototipo di tutte le band al femminile), Marvin Gaye e Stevie Wonder e tanti altri, artisti che traghetteranno nel corso degli anni il Soul verso altri lidi, sfociando nella disco, nel funky, nell'R&B.

venerdì 20 novembre 2015

Lo Ska conquista il Mondo



In Giamaica sul finire degli anni 50 era possibile ascoltare le frequenze radiofoniche provenienti da New Orleans o da Miami. Vecchie radio dal suono mono diffondevano in tutta Kingston i suoni delle grandi orchestre jazz, mentre fuori, all'aperto si svolgevano grandi feste in cui si suonavano brani appartenenti al genere Mento, figlio della tradizione musicale africana. Dalle stesse frequenze arrivavano gli altri suoni degli States, come il Blues e il neonato Rock and Roll.
Fu in questo contesto che i musicisti giamaicani cominciarono a produrre un suono tutto loro, che condensava tutte queste sonorità e influenze in un solo genere. Era nato lo Ska, una musica allegra e socialmente impegnata, soprattutto agli inizi, che ben presto conquisterà il Mondo.


Il primo brano della playlist di oggi, di Ernest Ranglin, pioniere del genere, ha una forte connotazione jazz, a testimonianza di quanto scritto prima. Alla stessa maniera nei brani successivi, quelli di Prince Buster e dei Blues Buster's si sente l'influenza del Rock and Roll e del Blues.
Passato questo primo periodo di rodaggio, lo ska assume una dimensione propria, emancipandosi da altre forme musicali e trasformandosi fino ad essere esso stesso genitore di altri movimenti musicali: il Rocksteady e il Reggae, senza però essere sostituito da questi e resistendo fino ai giorni nostri. Negli anni 60 approda in Inghilterra, viene ribattezzato Bluebeat e diviene un fenomeno planetario. Sembra morto e sepolto sotto i colpi del Rocksteady e, soprattutto, del Reggae e invece resuscita. Sul finire degli anni 70, sempre in Inghilterra gruppi come i Madness, gli Specials e i The Selecter, prodotti dalla 2 Tone recuperano il sound Jamaicano e rilanciano lo Ska. Anche l'Italia ha dato il suo apporto e si è lasciata coinvolgere dal ritmo allegro arricchito dalla sezione dei fiati. Il Mondo è conquistato, la missione è compiuta e non ci resta che ascoltare, come al solito, a tutto volume!

mercoledì 18 novembre 2015

Guest Selection


Con questo post inauguriamo una sezione molto gradita: la selezione di un amico. In questo caso si tratta di un'amica, Martina, che, compreso lo spirito di questo blog, ci ha inviato il link di un album tramite spotify invitandoci all'ascolto.
Secondo Martina 
"al di là dei bei pezzi...la musica ti fa tornare  in mente anzi ti fa rivivere momenti che avevi dimenticato o semplicemente messo da parte. Dici... sai che novità! ma a volte basta così poco per riprendere una giornata nel modo più semplice e sorridere. Poi non dirmi che non sono sola ma a volte tornano in mente anche profumi, non solo immagini.
comunque anche scoprire nuova musica ti fa carica e buona energia!
Che potenza in 7 note!
Siamo pienamente d'accordo, il potere evocativo della buona musica è impareggiabile: immagini, profumi, colori, cose, eventi e anche persone del presente e del passato.
Martina ha colto in pieno lo spirito di questo blog!
James Alhambra non nasce per essere un maestro che vuole fare lezioni di storia della musica contemporanea o passata, ma un modo per uscire dal branco, farsi notare e stimolare al dialogo su tutto quello che riguarda la musica (cosiddetta) leggera.
Che ben vengano le segnalazioni esterne, le collaborazioni e le playlist di chi ha il piacere di restare sintonizzato con il blog storytellers's.
Dimenticavo: il disco scelto è "Culture of Fear" dei Thievery Corporation, un lavoro che fa viaggiare la mente e che si inserisce nel fenomeno Trip Hop. A tratti tribale, ha delle atmosfere elettroniche che ricordano gli Zero7 e i Morcheeba, giusto per citare qualcosa di già sentito nei nostri canali. Un disco serale, da sottofondo, da happy hour molto raffinato con dei testi che vale la pena di esaminare. Un disco da James Alhambra.
Stay Tuned..

A voi il disco
buon ascolto

sabato 14 novembre 2015

Tribute Italia 80

Dopo una serie di playlist noiose e dedicate ai single senza speranza, sarà il caso di dedicarsi ad un genere molto più orecchiabile e... divertente.
Un omaggio all'Italia degli anni 80, un'ironica carrellata fra i cantanti del Bel Paese che ha deliziato la mia generazione cresciuta con le Domeniche di Notte Italiana al Koala Maxi di Marina di Ragusa. 
Questa playlist è nostalgica, ma tremendamente divertente. Una selezione di brani da sabato sera alternativo fra Stadio, Fabio Concato, Al Bano e Romina nonché Donatella Rettore. 
Stasera, quando avrete girato tutti i locali in cerca del divertimento assoluto (senza trovarlo), quando il livello etilico avrà raggiunto la tacca del "danger", collegate lo smartphone alle casse dell'automobile, accendete spotify (o collegatevi al blog), cercate l'account di questo blog e riproducete a tutto volume: il sabato sera cambierà volto!

Buon ascolto, alla prossima playlist!!! 




martedì 10 novembre 2015

SuperSound dove gli anni 70 vivono ancora!


"...Qui è sempre K. Billy con il SuperSound degli anni '70,  la stazione dove gli anni '70 vivono ancora..."




Musica e film si intrecciano di continuo, una sapiente scelta della soundtrack contribuirà al successo della pellicola, enfatizzandone i momenti epici e/o contribuendo al coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Altro aspetto da non sottovalutare è l'uso dei brani alla stregua di un qualsivoglia trucco scenico: ogni  film ambientato in un passato più o meno lontano si servirà della musica di quel periodo per renderne più credibile la messinscena.

Per apprezzare questa playlist anche noi abbiamo preparato una messinscena: si spengono le luci, si avvia il proiettore ed immediatamente saliamo sul bolide di Vic Vega, accendiamo la radio sintonizziandoci sul SuperSound degli anni 70, giusto in tempo per ascoltare Little Green Bag, brano scelto per i titoli di testa delle Iene (quelle vere, quelle tarantiniane).


La Playlist (qui link su Spotify) - in questo caso, quasi un doppio cd vista l'insolita abbondanza - si getta sul Southern Rock con i Creedence Clearwater Revival, con Lynyrd Skynyrd proseguendo con sonorità on the road, dove rombano i motori di Love Is a Drug e Born To Be Wild.
Se nei precedenti post si dava risalto a suoni più delicati, qui invece sono le chitarre a far la voce grossa, anche e soprattutto grazie a Mark e a Jimi.


"...Quella che avete appena sentito era Doesn't somebody want to be wanted cui seguirà "Love grows (Where my Rosemary goes)" degli Edison Lighthouse. Siete sempre sintonizzati su Super Sound degli Anni '70 con il vostro Key Billy..."

Dopo aver scorrazzato a tutta velocità per la città, abbassiamo le battute ritmiche e ci dirigiamo al  deposito dove incontreremo Mr Pink, Mr White e Mr Orange, ci farà compagnia Janis Joplin e la musica dei precedenti anni 60, dove già stava germogliando il seme del rock e dove Bob Dylan ci spiegava che "...essere Hurricane è magnifico...".

Chiudiamo con Stuck In The Middle Of You"...Joe Egan e Gerry Rafferty erano i componenti del duo Stealers Wheel, quando nell'aprile del '74 incisero questo pezzo un po' giovanile di spiccata influenza dylaniana, attestandosi al quinto posto. Qui è sempre K. Billy con SuperSound degli anni '70..."




domenica 8 novembre 2015

Parental advisory

Movimento culturale, fenomeno mediatico e sociale. Tutto questo è stato l'hip hop. La protesta e la comunicazione di una minoranza confinata negli spazi periferici delle metropoli statunitensi, che è riuscita a far sentire la propria voce al di fuori degli spazi ristretti del ghetto e che, alla fine, ha conquistato il Mondo. Anche dal punto di vista musicale non gli si può negare un certo valore. Partendo dalla tradizione della musica nera, r'n'b e blues su tutti, ha inglobato il jazz, fondendosi ottimamente anche con l'hard rock e il punk. 
Una questione per lo più nera, ma non solo, considerando la buona produzione dei Beasty Boys e di quegli House of Pain da cui, a seguito di una vicenda personale molto importante, verrà fuori il blues-man Everlast. 
La playlist di oggi è dedicata a questo genere, ai grandi nomi, ai fondatori, per lo più, e a chi si è distinto per originalità. La selezione, a tratti scontata, mira a rendere il giusto tributo a questo movimento, valorizzando i brani più noti, che hanno contribuito in maniera determinante alla diffusione su scala mondiale.
Finalmente un po' di ritmo e suoni diurni, metropolitani, in questo blog che è stato spesso dedicato alla musica serale.
Consigliato l'ascolto a volume elevato.
Stay tuned...

giovedì 5 novembre 2015

I nuovi songwriter



Making Time di Jamie Woon
Sono sempre stato un grande appassionato della canzone. Impazzisco per quegli artisti in grado di scrivere testi fantasiosi e profondi. Insomma sono un fan dei cantautori, la cui arte sembra essere sparita, quando, invece, si è solo trasformata. In pratica il cantautore si è appropriato, oggi, della tecnica e della tecnologia della musica elettronica. È stata in una sera di ricerche di cantautori, e di ascolti notturni, che, 4 anni fa, mi sono imbattuto nelle melodie di un songwriter di origini cino-malesi ma Inglese dalla testa ai piedi. Il suo nome è Jamie Woon. Il suo disco d'esordio ("Mirrorwriting")  era molto ricco e fra melodie r'n'b e neo soul ammiccava l'occhio alla musica elettronica (per l'appunto) e al trip hop. Una voce dai tratti tipicamente neri, dal timbro deciso e rassicurante capace di confezionare un disco decisamente raffinato. Tutto questo è ritornato, con meno elettronica e una maggiore presenza di strumenti veri (chitarra acustica su tutti), nel suo nuovo lavoro "Making Time" disponibile da qualche giorno nei negozi e presente negli elenchi di spotify da più o meno una settimana. Non aggiungo altro e vi rimando all'ascolto del disco, nella speranza che sia un buon ascolto come lo è stato in questi giorni per chi scrive su questo blog. Stay tuned...  

martedì 3 novembre 2015

O.S.T. Instrumental b-Side per ascolti notturni

Volevo ascoltare altro, volevo fare una playlist diversa, ma dopo essermi imbattuto in Bert Kaempfert, ho dovuto imboccare questa strada: qualcuno potrebbe obiettare "...l'ennesima playlist notturna..." ed avrebbe ragione... ma portate pazienza, magari prima o poi avremo l'angolo delle richieste (speriamo di no!).

Link Playlist su Spotify
Come detto, il buon Bert ha ispirato questa selezione durante uno scambio di consigli musicali con alcuni amici, i quali, al mio convinto consiglio sull'oramai noto Benjamin Clementine - artista già presente in questo blog - replicavano con Bert, stupendosi per la mia ignoranza sul compositore tedesco (Wiki mi corse in aiuto troppo tardi).





Selezione fortemente influenzata dal cinema e per questo da intendersi come il lato b, magari un po' noioso per alcuni (per tradizione, il lato b spesso viene riempito con quel che si ha), della precedente playlist.




Si inizia con un brano, Out Of Nowhere, estratto dal film Harry a Pezzi, chi ama Woody sa come questo pezzo potrebbe essere inserito in ognuno dei suoi lavori, tutti indissolubilmente legati al Jazz.Dal Jazz si salta ad un'altra colonna sonora con "More", brano ascoltato con colpevole indifferenza durante l'adolescenza e riscoperto durante la maturità, assaporandone il potere evocativo: pezzo tratto dal documentario italiano Mondo Cane e divenuto negli anni '60 un successo internazionale.

Da
Amelie e Morricone, si arriva finalmente a Bert ed alla sua Strangers In The Night, le cui sonorità trasportano l'ascoltatore in atmosfere notturne tipiche di alcuni film anni '50, Spencer Tracy sembrerà lì dietro l'angolo avvolto in una densa nube di fumo.

E se quest'ultimo brano è stato portato alla ribalta da Frank Sinatra, percorso inverso ha fatto Fly Me To The Moon, in questa versione di Christopher West.

Tra Chaplin, Bucalov, Papetti, si fa largo una parentesi western, genere che ha valorizzato le performance delle orchestre nelle pellicole di ogni periodo.

Si chiude con un imprevisto Vivaldi, ma l'Inverno è la musica della notte più profonda, a volte inquieta.
#Followus!



lunedì 2 novembre 2015

ORIGINAL SOUNDTRACK O.S.T.


La playlist di oggi è la prima di una serie dedicate al mondo del cinema. In fondo il cinema e la musica non sono mai stati lontani e una buona colonna sonora può salvare una pellicola scadente. 
Comune denominatore della selezione è che i brani devono essere degli inediti scritti appositamente per il film in questione. Regola che viene di tanto in tanto non rispettata per rendere la selezione gradevole e sufficientemente lunga. 
Avrei inserito volentieri "The end is the biginning is the end" di The Smashing Pumpikins, dal film "Batman & Robin", ma su spotify non c'è o non vogliono che venga utilizzata per playlist personali.
In linea con la politica di questo blog non continuo a scrivere, lascio spazio alla musica e chiedo a chi legge di lasciare un messaggio o di suggerire altri brani da inserire in questa lista. 

Buon ascolto alla prossima playlist.