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martedì 3 novembre 2015

O.S.T. Instrumental b-Side per ascolti notturni

Volevo ascoltare altro, volevo fare una playlist diversa, ma dopo essermi imbattuto in Bert Kaempfert, ho dovuto imboccare questa strada: qualcuno potrebbe obiettare "...l'ennesima playlist notturna..." ed avrebbe ragione... ma portate pazienza, magari prima o poi avremo l'angolo delle richieste (speriamo di no!).

Link Playlist su Spotify
Come detto, il buon Bert ha ispirato questa selezione durante uno scambio di consigli musicali con alcuni amici, i quali, al mio convinto consiglio sull'oramai noto Benjamin Clementine - artista già presente in questo blog - replicavano con Bert, stupendosi per la mia ignoranza sul compositore tedesco (Wiki mi corse in aiuto troppo tardi).





Selezione fortemente influenzata dal cinema e per questo da intendersi come il lato b, magari un po' noioso per alcuni (per tradizione, il lato b spesso viene riempito con quel che si ha), della precedente playlist.




Si inizia con un brano, Out Of Nowhere, estratto dal film Harry a Pezzi, chi ama Woody sa come questo pezzo potrebbe essere inserito in ognuno dei suoi lavori, tutti indissolubilmente legati al Jazz.Dal Jazz si salta ad un'altra colonna sonora con "More", brano ascoltato con colpevole indifferenza durante l'adolescenza e riscoperto durante la maturità, assaporandone il potere evocativo: pezzo tratto dal documentario italiano Mondo Cane e divenuto negli anni '60 un successo internazionale.

Da
Amelie e Morricone, si arriva finalmente a Bert ed alla sua Strangers In The Night, le cui sonorità trasportano l'ascoltatore in atmosfere notturne tipiche di alcuni film anni '50, Spencer Tracy sembrerà lì dietro l'angolo avvolto in una densa nube di fumo.

E se quest'ultimo brano è stato portato alla ribalta da Frank Sinatra, percorso inverso ha fatto Fly Me To The Moon, in questa versione di Christopher West.

Tra Chaplin, Bucalov, Papetti, si fa largo una parentesi western, genere che ha valorizzato le performance delle orchestre nelle pellicole di ogni periodo.

Si chiude con un imprevisto Vivaldi, ma l'Inverno è la musica della notte più profonda, a volte inquieta.
#Followus!