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lunedì 30 novembre 2015

Album della Settimana - Titus Andronicus

Voi che siete dei veri intenditori di musica conoscete da anni il gruppo statunitense guidato da Patrick Stickles, sapete già che non fanno musica ellenica e che il loro nome proviene dal titolo dell'omonima tragedia di Shakespeare.

A differenza vostra, io ho scoperto solo in questi giorni il loro quarto ed ultimo album, caratterizzato da un ottimo Punk d'annata, stile Clash che fu.



Cosa che accomuna i miei AlbumDellaSettimana, è l'ascolto a rotazione continua, come avveniva in un epoca lontana lontana, quando ancora non esisteva quel ritrovato tecnologico che Voi chiamate Spotify ed ogni album era un piccolo tesoro.



Una rock opera in cinque atti per novantatré minuti di durata, The Most Lamentable Tragedy è un concept album composto da ventinove tracce, caratterizzate da una narrazione unitaria, tesa a raccontare il rapporto di un eroe senza nome alle prese con le proprie nevrosi.

Alla base dell'opera c'è un comune denominatore punk-rock, che viene rimodulato e/o arricchito da ulteriori elementi nell'evolversi della narrazione e nello dispiegarsi dei brani, con scelte musicali di alto livello ed una cura particolare dedicata all'ordine di riproduzione.

Lo so a leggere le ultime righe sembra un mattone recensito da un presuntuoso, ma vi garantisco che l'ascolto vi farà dimenticare le banalità che ogni tanto vi propino.
Buon Punk a tutti!


giovedì 5 novembre 2015

I nuovi songwriter



Making Time di Jamie Woon
Sono sempre stato un grande appassionato della canzone. Impazzisco per quegli artisti in grado di scrivere testi fantasiosi e profondi. Insomma sono un fan dei cantautori, la cui arte sembra essere sparita, quando, invece, si è solo trasformata. In pratica il cantautore si è appropriato, oggi, della tecnica e della tecnologia della musica elettronica. È stata in una sera di ricerche di cantautori, e di ascolti notturni, che, 4 anni fa, mi sono imbattuto nelle melodie di un songwriter di origini cino-malesi ma Inglese dalla testa ai piedi. Il suo nome è Jamie Woon. Il suo disco d'esordio ("Mirrorwriting")  era molto ricco e fra melodie r'n'b e neo soul ammiccava l'occhio alla musica elettronica (per l'appunto) e al trip hop. Una voce dai tratti tipicamente neri, dal timbro deciso e rassicurante capace di confezionare un disco decisamente raffinato. Tutto questo è ritornato, con meno elettronica e una maggiore presenza di strumenti veri (chitarra acustica su tutti), nel suo nuovo lavoro "Making Time" disponibile da qualche giorno nei negozi e presente negli elenchi di spotify da più o meno una settimana. Non aggiungo altro e vi rimando all'ascolto del disco, nella speranza che sia un buon ascolto come lo è stato in questi giorni per chi scrive su questo blog. Stay tuned...  

lunedì 26 ottobre 2015

Bentornato Adem

A distanza di 9 anni torna con un album inedito Adem. Artista turco-inglese che aveva incantato gli appassionati di musica e la critica col suo album LOVE AND OTHER PLANETS. Nella sua musica, come nella sua biografia, aleggia un qualcosa di misterioso. In questi anni ha collaborato con altri artisti e registrato un album contenti la sua personale interpretazione di brani a lui cari, come Starla di The Smashing Pumpikins e Oh My Lover di PJ Harvey. Adesso torna il suo stile malinconico ma non triste. Leggero come le nuvole la sua musica è una piuma trasportata dal vento. Fra melodie folk e indie fa veleggiare l'ascoltatore su acque tranquille trasportandolo in una dimensione parallela. La voce è chiara con delle leggere spigolosità, ricordando a tratti quella di Bono Vox. Un disco crepuscolare da ascoltare sorseggiando un calice di buon vino rosso. Come al solito chi scrive in questo blog cerca di essere il meno noioso possibile, lasciando spazio alla musica e rimandando all'ascolto del disco.
Buon ascolto!

domenica 11 ottobre 2015

Sul piatto gira...l'album della settimana.

Prima di svelare a chi assegnare questo "importante riconoscimento", mi preme una precisazione: l'album della settimana non è la migliore uscita della settimana, del mese o dell'anno, è soltanto l'album della mia settimana, quello che in questi giorni sta usurando la puntina del mio giradischi.

Buon ascolto.

The War On Drugs - Lost In The Dream

L'album su spotify


Uno dei più interessanti lavori di questi ultimi anni, Lost In Dream è il terzo album della band di Philadelphia, uscito nel 2014.



Nati ufficialmente nel 2005, i TWoD si sono subito fatti notare per le loro sonorità - ancora un po' acerbe -, ma che resteranno, una volta affinate, il loro marchio di fabbrica, muovendosi con disinvoltura dall'alt-folk/songwriting all'indie rock.



Qui una scheda completa sulla band, a cura di Ondarock.it.



Già al primo ascolto Lost In The Dream colpisce per la cura riservata alla parte strumentale dei brani, dove il ruolo principale viene riservato - come di consueto per i TWoD - alle chitarre, ma al di là delle analisi pseudo-tecniche, ritengo che il punto di forza resti l'atmospera volutamente "onirica", saldamente legata alla natura indie rock della band che evita sapientemente derive ambient.



I successivi ascolti consentono di scoprire numerosi richiami alla musica folk americana e non solo: soprattutto c'è tanto Tom Petty.



Il prossimo doveroso ascolto sarà on the road e sono sicuro che verrano fuori altre nuove sensazioni.