Visualizzazione post con etichetta AlbumInSoffitta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta AlbumInSoffitta. Mostra tutti i post

martedì 27 ottobre 2015

Tutto iniziò grazie ad Alan Parsons ed al suo "progetto"

1976 un oscuro ingegnere del suono, dopo collaborazioni con alcune band semisconosciute (BeatlesPink Floyd...), pubblica il suo primo project Tales Of Mystery And Imagination Edgar Allan Poe.

L'album vede la luce grazie al sodalizio tra il nostro ingegnere - Alan Parsons -, Andrew Powell, direttore della Philarmonia Orchestra, ed Eric Woolfson, noto produttore e compositore: d'ora in poi saranno "The Alan Parsons Project".

Un anno dopo esce I Robot, album improntato al rock progressivo, dal marcato tratto futuristico., che rivoluzionerà la musica elettronica negli anni a venire.

A farla da padrone è il sintetizzatore, che verrà largamente usato, soprattutto nei brani strumentali, mediante un'elettronica messa al servizio della melodia.

Il risultato è un lavoro vario con contaminazioni di vari generi musicali dal progressivo al pop, dal funky alla disco.

Non mancano rimandi sonori ai lavori precedenti di Alan, tra le note riesce a scorgersi The Dark Side Of The Moon, frutto della collaborazione di appena 4 anni prima.

Da adesso in poi (grazie anche all'imponente figura di Giorgio Moroder, che si afferma proprio in quegli anni e su cui mi riprometto di tornare a breve) anche chi sta dietro ad una console verrà visto come un artista, ci sarà chi sostituirà la chitarra con un mixer.


Il disco è pieno di sorprese, che lascio a chi vorrà ascoltare con attenzione questo piccolo capolavoro dimenticato.


Il successo di I Robot verrà replicato nel 1982 con Eye In The Sky, ma questa è un'altra storia...


martedì 13 ottobre 2015

Dischi in soffitta - gli album dimenticati


Ci sono stati nella storia della musica artisti "sfortunati", che hanno lasciato un segno indelebile nella mente e nelle orecchie degli appassionati, ma che non hanno raccolto il successo che meritavano. Musicisti poliedrici, autori dalla vena poetica, sognatori e maledetti intellettuali incapaci di comunicare con la massa.

Uno di questi è Claudio Rocchi e il disco dimenticato del mese è VOLO MAGICO N.1. pubblicato nel 1971.



Forse non il disco più bello di Rocchi, sicuramente uno dei più interessanti e che lo caratterizzano in maniera determinante.
Tra virtuosismi con la chitarra, urla strazianti e melodie in linea con le più raffinate produzioni del prog/rock britannico, il disco scivola per 36 minuti lasciando l'ascoltatore soddisfatto dell'ascolto e dispiaciuto perchè troppo breve, come breve, ma intensa è stata la vita di Claudio.

Consigliato l'ascolto con in mano un buon calice di vino e nella versione vinile, piuttosto che in quella fredda del cd, ma in mancanza di un buon giradischi anche l'mp3 di spotify rende l'idea della grandezza di questo disco.

Per avere informazioni e capire qualcosa di più di Rocchi, è interessante dare un'occhiata a questo articolo, postato su soundsblog.it .