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mercoledì 13 gennaio 2016

1977

Il 1977 è stato un anno di transizione per la musica. Il Prog-Rock è stato definitivamente soppiantato dal Punk. Si affaccia alla porte la New Wave di David Bowie e Brian Eno, che pubblicano delle vere e proprie perle della musica rock, destinate a lasciare il segno e ad aprire nuovi sentieri musicali. David Bowie apre la sua "trilogia berlinese" con Low, che viene pubblicato nel Gennaio del 1977, cui segue a fine anno "Heroes", la trilogia verrà chiusa nel 1979 con "Lodger". Brian Eno non è da meno, trasferitosi a Berlino con gli amici Bowie e Fripp concepisce "Before And After Science".
Ancora, nello stesso anno è da segnalare la pubblicazione di "News Of The World", sesto album dei Queen, all'interno del quale si trovano le 2 tracce più note della band: "We Will Rock You" e "We Are The Champion".
Resiste ancora il filone della musica psichedelica, soprattutto grazie ai Pink Floyd, ispirati in quell'anno da "La Fattoria degli Animali" di George Orwell, in un disco che si prende una pausa dal grande successo (non ancora esaurito) di "The Dark side Of The Moon" e "Wish You Were Here", anticipando le sonorità di "The Wall".
La Disco Music intanto impazza e la "febbre del sabato sera" trasforma tutti gli uomini normali in provetti ballerini.
In tutto questo trambusto nel sottosuolo, a fare più rumore di tutti ci sono i gruppi Punk che salgono sul palco mostrando (solo a scopo provocatorio) svastiche e mostrando magliette con scritto "Io Odio i Pink Floyd".
In Italia?  "Amarsi un po'" di Lucio Battisti è in vetta alle classifiche di vendita e gradimento e le hit parade sono piene di Celentano, Iva Zanicchi e Memo Remigi. Nella Playlist di oggi non ci finirà nessuno di questi.. ma Alan Sorrenti con "Figli delle Stelle", dall'album omonimo in cui il cantautore dopo i fasti del periodo progressivo si dedica ad un sound più orecchiabile, in pieno stile da sala da ballo e quindi decisamente più pop.


Intanto, nell'Agosto di quell'anno, lascia questa Terra il Re, Elvis Presley, e la Playlist si chiude proprio con lui..
Buon Ascolto

sabato 12 dicembre 2015

I giganti gentili della musica rock

Creare una Playlist sui generi Prog-Rock e Rock Psichedelico non è cosa semplice. Ad escludere un brano dalla compilation o scegliere un gruppo al posto di un altro, sembra di fare peccato, un torto ad una band che ha segnato la storia della musica (poco) leggera.
Di certo mi accorgerò fra qualche settimana, o mi farete notare facendomi sentire incompetente nel campo della musica, che avrei potuto mettere questo brano o quello, piuttosto che citare un gruppo in questo articolo.
Questa premessa è fondamentale, perché la difficoltà nel selezionare i brani è stata davvero elevata e ha necessitato di un riascolto, molto piacevoli, di dischi fondamentali nella storia della musica rock.
La Playlist si potrebbe aprire con i Beach Boys, che, per quanto distanti dal fenomeno Prog e Psichedelico, sono stati i primi a sfruttare lo studio di registrazione come luogo in cui sperimentare nuove sonorità ed aprirsi all'utilizzo di strumenti differenti da quelli tradizionalmente utilizzati. La loro esperienza è stata poi raccolta dai Bealtes e, come ogni attento ascoltatore di musica sa, da quello è nato il nuovo sound dei Fab Four e che portò alla realizzazione di "Sgt Pepper's Lonely Heart Club Band". La citazione Beatles è fondamentale, visto che su Spotify non esiste un profile della band di Liverpool e per questo nessun brano, compresa "Lucy In The Sky With Diamond"  verrà mai introdotto in questa Playlist.
Questo è il Big Bang di un fenomeno che raccoglie proseliti sia in Europa che negli Stati Uniti, portando molti musicisti ad uscire dal loro guscio e presentarsi al pubblico mostrando il loro talento.
Di fatto i due fenomeni, Prog e Psichedelico, sarebbero 2 cose distinte. Con il primo, il Pro-Rock, cosa quasi esclusiva dell'Europa, e lo Psichedelico diviso a metà fra il Vecchio Continente e gli Stati Uniti.Teoricamente una via di separazione potrebbe essere inquadrata sull'uso e abuso di sostanze ad azione psicotropa da parte dei musicisti. Allora, se il brano, o l'intero album, scaturisce da visioni magnifiche che si materializzano a seguito dell'assunzione di derivati dell'acido lisergico, quella è musica Psichedelica, altrimenti è Prog. Nella realtà sappiamo benissimo che il consumo di certe sostanze da parte degli artisti degli anni 60 - 70 era talmente diffuso, che forse tutta la produzione musicale del tempo è stata creata in qualche laboratorio di sintesi non proprio lecito. La mia posizione è quella di non far caso al fatto che si tratti di Prog, Psichedelico o cose del genere e non lasciare che un sostantivo rinchiuda in un carcere ideale una fantastica produzione musicale alla cui base c'era un forte senso di libertà. D'altronde alcuni gruppi si esprimono con un linguaggio psichedelico in una loro prima fase e poi procedono verso il Prog, abbracciando un altro fenomeno tipico di quegli anni, quello dei concept album. È quello fanno i Pink Floyd, che fino a quando il fantasma di Syd Barret aleggia sulle teste degli altri componenti, suonano Psichedelico e che ad un certo punto realizzano "Dark Side of The Moon", forse più Prog che Psichedelico. C'è poi la questione di quei gruppi Psichedelici che si separano e originano dei gruppi Prog. Questo è il caso degli Yes, che si originano dalla scissione di 3 gruppi psichedelici.
Anche la copertina del disco è un'opera d'arte e deve essere adeguata  al contenuto del disco. Qui un particolare dell'album dei  Genesis "Selling England By The Pound" curato da Betty Swanwick.
Insomma che sia Progressivo o Psichedelico, questo periodo musicale è ricordato dagli appassionati come il più prolifico per la musica, ma soprattutto è stato il momento in cui la qualità della musica proposta e la quantità dei dischi venduta coincideva, cosa che non succederà mai più nel mondo artistico-musicale in cui l'importanza del ricavato supera di molto l'importanza dei contenuti.



Altro profilo mancante su Spotify è quello di King Crimson,
 in questo video una esibizione live del gruppo, col brano che
 apre il disco "In The Court Of The Crimson King"



Dopo tante parole, in fondo a tutto, a voi la Playlist. Buon ascolto!

venerdì 27 novembre 2015

CineClub - The Dark Side Of The Moon


State tranquilli...non ho la presunzione di recensire Dark Side Of The Moon, molto (forse tutto) è stato già scritto.
Mi limito a confessare la mia venerazione per questo album e per ciò che rappresenta: un'epoca in cui la musica sperimentava ed il mercato la premiava per questo.
Prima che si spengano le luci ed inizi la proiezione, vi anticipo che il documentario proposto, ritrasmesso qualche settimana fa su SkyArte, svela alcuni interessanti retroscena sulla realizzazione dell'abum; impagabile il contributo di Alan Parsons (impagabile o introvabile anche la sua camicia stile rivoluzione francese!) al mixer che spiega le tecniche, allora avveniristiche, di registrazione.
Stavolta invece di buon ascolto, vi auguro buona visione.

martedì 27 ottobre 2015

Tutto iniziò grazie ad Alan Parsons ed al suo "progetto"

1976 un oscuro ingegnere del suono, dopo collaborazioni con alcune band semisconosciute (BeatlesPink Floyd...), pubblica il suo primo project Tales Of Mystery And Imagination Edgar Allan Poe.

L'album vede la luce grazie al sodalizio tra il nostro ingegnere - Alan Parsons -, Andrew Powell, direttore della Philarmonia Orchestra, ed Eric Woolfson, noto produttore e compositore: d'ora in poi saranno "The Alan Parsons Project".

Un anno dopo esce I Robot, album improntato al rock progressivo, dal marcato tratto futuristico., che rivoluzionerà la musica elettronica negli anni a venire.

A farla da padrone è il sintetizzatore, che verrà largamente usato, soprattutto nei brani strumentali, mediante un'elettronica messa al servizio della melodia.

Il risultato è un lavoro vario con contaminazioni di vari generi musicali dal progressivo al pop, dal funky alla disco.

Non mancano rimandi sonori ai lavori precedenti di Alan, tra le note riesce a scorgersi The Dark Side Of The Moon, frutto della collaborazione di appena 4 anni prima.

Da adesso in poi (grazie anche all'imponente figura di Giorgio Moroder, che si afferma proprio in quegli anni e su cui mi riprometto di tornare a breve) anche chi sta dietro ad una console verrà visto come un artista, ci sarà chi sostituirà la chitarra con un mixer.


Il disco è pieno di sorprese, che lascio a chi vorrà ascoltare con attenzione questo piccolo capolavoro dimenticato.


Il successo di I Robot verrà replicato nel 1982 con Eye In The Sky, ma questa è un'altra storia...